Il freelance prima di partire attraversa alcune fasi sistemiche, sempre le stesse, nonostante l’esperienza decennale passata.
Fase 1: gongola
Il freelance prima di partire inizia a gongolare. Guarda gli amici che stanno aspettando l’approvazione del piano ferie, il marito che deve per forza fare la settimana di ferragosto, l’amica che deve partire di sabato che costa di più e che fa? Gongola. Perché il freelance può fare quello che vuole no?
Quindi gongolando inizia a fantasticare su vacanze lunghissime: ma sì, lavorerò dalla campagna, quasi quasi prenoto un mese al mare, ma quell’appartamentino a Favignana a Giugno come costa poco! E continua a gongolare e fantasticare. Perché non sa. O meglio sa, cosa succederà dopo, ma per un po’ finge ancora che la vita sia com’è scritta sul dizionario: Freelance, f.m.s. essere libero di lavorare dove vuole quando vuole e perché vuole.
Fase 2. L’organizzazione matta e disperatissima
Il freelance entra in una fase di consapevolezza operativa. Sa che può partire quando vuola ma sa anche che deve smazzarsi gran parte del lavoro molto molto prima per potersi concedere una nuotata al mare e non dover stare al pc tutto il santo giorno, che altrimenti che senso ha? Stavo a Milano che avevo l’aria condizionata!
E così inizia a pianificare. Il lavoro che di solito fa in un mese lo fa in una settimana. Una settimana di lavoro 23/24. Fatta di micropisolini alle 8 di sera per poter essere operativo fino alle 4 di notte. Anticipa le consegne a tutti i collaboratori e dei fornitori. Vede i clienti per caffè e colazioni veloci che sembrano fissati per chiacchierare e invece diventano assedi: obiettivi/planning/risultati/allora ci vediamo a settembre. L’agenda diventa un mostro a più teste – tutte pensanti e parlanti a suon di reminder.
E’ ancora una bella fase, il freelance si sente onnipotente.
Fase 3 – L’ansia totale
Non ce la farò mai. Non ce la farò mai. Non ce la farò mai. Non ce la farò mai.Non ce la farò mai. Non ce la farò mai.Non ce la farò mai. Non ce la farò mai.Non ce la farò mai. Non ce la farò mai.Non ce la farò mai. Non ce la farò mai.Non ce la farò mai. Non ce la farò mai.Non ce la farò mai. Non ce la farò mai.Non ce la farò mai. Non ce la farò mai.Non ce la farò mai. Non ce la farò mai.Non ce la farò mai. Non ce la farò mai.Non ce la farò mai. Non ce la farò mai.
Il freelance ovviamente andrà in panico. La mancanza di sonno prolungata e lo stress autoinflitto lo manderà fuori di testa. Inizierà a dimenticare cose, non di lavoro, perché quelle mentalmente sono settate come priorità, ma tutto il resto: dimenticherà di bere, di fare pipì, le chiavi di casa in ufficio, il caricabatterie del computer a casa, il cellulare sull’autobus. Attraverserà la strada con il rosso.
Inizierà a rimpiagere in badge che aveva quando lavorava da dipendente 15 anni fa. La bellezza di poter mettere l’out of office. Avrà nostalgia per il telefono fisso con la rotella.
Fase 4 – Ma sì, meglio rimandare di una settimana
Il freelance doveva partire a fine giugno e a metà Luglio è ancora in metropolitana. Per “sicurezza” ha rimandato di qualche giorno la partenza. Sai, quel cliente può venire a Milano solo a Luglio, non potevo non vederlo prima di partire. E mannaggia, hanno fissato quello shooting proprio al 20 di Luglio, meglio che io ci sia. Forse parte un progetto nuovo… è difficile ma non posso rischiare di perdere quel cliente…
Fase 5 – Il destino è beffardo
Finalmente è ora di partire. Mancano due giorni. Il freelance non fa la valigia. In un momento della sua routine assurda entra dentro H&M compra un paio di infradito, una mutanda, un costume e tre canottiere che metterà in una borsa senza neanche togliere le etichette. Mentre spunterà dalla sua agenda le ultime cose da fare squillerà il cellulare.
Buongiorno!
..
Sì sono quasi in partenza!
..
Mmm.
..
Mmmmmm…
..
Ma da subito?
..
Certo certo.
..
Stupendo.
..
Sì, bè, mmm, posso, ehm… lavorare anche da remoto**.
Il progetto più importante dell’anno sarà confermato al 28 di Luglio. Ovviamente si potrebbe rimandare a Settembre ma il freelance, stremato, non avrà la forza di dire di no. E chiamerà di nuovo l’albergo per sincerarsi di avere un buon wifi.
** Da remoto si dice al cliente che non capisce di digital 😀
Tutti i riferimenti a cosa e persone sono puramente casuali.
La foto è solo un sogno
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