Essere nata a Milano vuol dire avere un rapporto stretto con l’autunno.
Non ve lo spiegare con metodo scientifico, ma tutto ruota intorno alla castagnamatta che ti ritrovi in tasca in autunno.
(fatemi sentire libera di scriverlo tutto attaccato :D)
La castagnamatta è uno dei simboli dei bimbi milanesi, specie degli anni 80.
Questo perché, forse non lo sapete, ma i milanesi hanno un rapporto con la natura pazzesco, soprattutto i bambini. Nelle nostre giornate #AMILANO, nel pieno dello stereotipo della frenesia che ci contraddistingue, non ci facciamo sfuggire niente di quel poco di natura di cui possiamo godere: l’asfalto spaccato dalle radici degli alberi, i funghetti prataioli cresciuti sul bordo dell’aiuola, le distese di foglie secche dentro i parchi, il tramonto delle sei del pomeriggio e, ovviamente, ricci pieni di castagne matte lucide.
Nessun bambino resiste dal prendere a calci una castagnamatta e dopo averla vista rotolare correre per mettersela in tasca. E secondo me neanche tanti adulti.
Cosa sono le castagne matte?
Per i meno avvezzi. La castagna matta non si mangia. E’ il frutto tossico dell’ippocastano.
Albero che a Milano vive e sopravvive nei viali, nelle aiuole e nei giardini delle scuole. Non si mangia ma una volta veniva mangiata. Veniva tritata e data ai cavalli e sembrava che a loro facesse bene. Da qui l’idea che potesse tenere lontano il raffreddore anche a noi.
Le castagne matte sono la sorpresa dei bambini, che le tirano fuori schiacciando i ricci con i piedi e fanno scorte di magia per l’inverno.
E così che basta una castagna matta lucida e rotonda nelle nostre tasche per tenere lontano i raffreddori, ripristinare il legame istintivo che abbiamo con la natura e tenere vicino il bambino che eravamo.
Questo articolo è stato scritto in risposta a un articolo del Corriere della Sera che vuole raccontare il perché di questa tradizione. Non vi metto neanche il link perché credo sia fortemente ingiusto che siano loro a spiegare queste cose. O almeno potevano contattare una figura esperta di riferimento 😀
3 comments on “Perché si tiene in tasca la castagnamatta”