Si torna al lavoro e tornano i miei racconti sul mondo del lavoro “digital”. Parliamo di “collaboratori”: editor, blogger, social media specialist, assistenti, junior o senior poco cambia, trovare un collaboratore è un’impresa.
La soluzione sarebbe trovare qualcuno che lo faccia al posto mio, che abbia quelle competenze. Ma se non sai scegliere un collaboratore, non saprai neanche scegliere un collaboratore che sceglie un collaboratore no?
Non so, intanto, ecco come vanno le cose qui.
Disclaimer importantissimo!
* Questo post non vuole offendere nessuno, io ho e avuto i miei collaboratori, ma sono anche io il collaboratore di qualcun altro quindi rientro perfettamente in tante di queste categorie, dipende dai mesi e dagli ormoni.
Siamo tutti i collaboratori incompresi di qualcuno! *
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Le avventure di Pinocchio
Il migliore. Ci tiene tantissimo a lavorare con te. Finalmente dopo anni ha avuto il coraggio di scriverti, ha il tuo contatto, ti fa mille proposte, è la persona più entusiasta del mondo. Tu sei anche contento: persone felici di fare il tuo lavoro sembra non ce ne siano più.
Gli chiedi solo un dettaglio in più “Sai usare wordpress?” o un “Dai, prova a mandarmi un pezzo su quell’argomento”. Il nulla. Non risponde più.
Dopo qualche settimana provi a riscrivergli per capire se è tutto ok. Mentre ti raccomandi di non sparire ancora ti senti molto la Fata Turchina e ancora di più quando ti risponde di nuovo super entusiasta con altre 20 proposte e buoni propositi, più vari papabili orari per una chiamata chiarificatrice, che non farà mai. -
Alice nel paese delle meraviglie
La chiami così per lo stupore che mostra ogni volta che si scontra con le semplici regole del lavoro. “Ahh dovevo mandartelo via mail l’articolo? Pensavo bastasse scriverlo”
Detto anche Winnie Pooh. -
La Bibbia *
Quella che se le cambi un grassetto dall’articolo o le cancelli una slide da una presentazione è così sconvolta che decide di non lavorare più per te.
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La fiera delle vanità
Questo di solito è parente della Bibbia. Se gli fai notare che il suo approccio al progetto non rientra perfettamente con la strategia concordata con il cliente, ti guarda con disdegno e in un monologo di 42 minuti sulle sue competenze ci infila un “No perché io ho 7140 followers su twitter mica per niente”
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Il sesto senso
Ti manda un lavoro alle 8.00 del mattino. Alle 8.02 ti avvisa via sms che ti ha mandato una mail. Alle 8.06 ti scrive su Facebook che ha finito il lavoro e ti ha mandato la mail. Aggiunge, sempre in chat su Facebook particolari divertenti che usa per nascondere l’ansia “ehehhe pensa che per questa notte mio figlio mi lanciato il computer dalle scale e pensavo di aver perso tutti i dati ehheheh”. Due o tre faccine. Dopo qualche minuto riprova con un “Buona giornata” “A dopo”. Disperato alle 8.47 ti scrive un “Fammi sapere se devo aggiungere altro”.
Tu arrivi in ufficio alle 9.18 e vedi tutto, capisci l’ansia ma non hai proprio tempo di vedere il lavoro fatto e rimandi. Alle 10.09 apre la porta del tuo ufficio “Volete un caffè?”. Mmm.
E alle 13.41 arriva l’ultimo SOS, via whatsapp “Tutto ok per il lavoro???”
Non so perché ma mi ricorda il bambino del Sesto Senso. A N S I A. -
Le affinità elettive
Il grande amore. Quello che tu hai in testa un approccio, un modo e bastano due righe in una mail e lui capisce. Anzi ti anticipa, ti dice che ha avuto un’idea ed è la stessa che hai avuto tu giorni prima.
No, non esiste. Sei tu e il tuo sogno di inventare la macchina per lo sdoppiamento. -
L’odissea*
Ti deve mandare un pezzo domani. Già in ritardo rispetto a quando glielo hai chiesto tu. Da quando ti promette la data e quando consegnerà una serie di sfortunati eventi lo tratterranno lontano dalla meta finale. Di solito lo aspetti con una certa ansia, perché scrive bene e tu ci tieni proprio a quell’articolo e mentre disfi la tela e ricuci la tela, lui sta bello schiantato al mare, sugli scogli, a dormire. Senza bisogno delle sirene.
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L’insostenibile leggerezza dell’essere*
Scrive dell’aggiornamento dell’ultima app e se la tira manco fosse un reporter in guerra. “Non sai che fatica, essere sempre sul pezzo, io controllo gli aggiornamenti delle mie fonti ogni notte perché c’è il fuso, non posso fermarmi mai!”
Mie fonti è Mashable o, peggio, l’Huffington.
Ma goditela ‘sta vita. -
Il ritratto di Dorian Gray
C’è da spiegarlo? Fuori è un gran figo, pensi ti possa risollevare le sorti del progetto. Sembra un grande esperto nella sua materia e invece è un grande esperto nel raccontare di essere un grande esperto.
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Il giovane Holden
Che gliene frega al giovane Holden di trovare un lavoro? Niente. Ma a un certo punto lo cerca e trova te e inizia a lavorare. Poi non ti consegna il lavoro perché si è ubricato alla nuova Darsena e ha pure messo le foto su Facebook.
Il giovane Holden di solito non è giovane. Giusto per specificare. -
I miserabili
No, non sono miserabili veri. Sono i miserabili con tanta ironia: “no sai, ho bisogno di lavorare, sono stata ferma tanto, non riesco a trovare, eppure sono disponibile, a fare qualsiasi cosa, qualsiasi orario, qualsiasi fatica,posso iniziare subitissimo” Al 28 Giugno.
“Ah no a Luglio parto per un mese in Sardegna e non ci sono perché spengo il cellulare che ho bisogno di staccare. Ah il venerdì pomeriggio ho tango quindi non contarmi mai. Ah la mattina prima delle 10 non riesco proprio a connettermi perché dopo aver portato i bambini a scuola mi fermo per la raccolta firme per cacciare la maestra di ginnastica. Ah scusa anche agosto niente, vado in campagna.” -
Il Grande Gatsby*
Questo è pazzesco. Tu l’hai mollato anni fa, lavorativamente parlando. Strade diverse, aspettative diverse, succede. E lui ha iniziato a farsi il culo nel tuo stesso settore solo per dimostrarti di essere all’altezza, di potercela fare. E a un certo punto ritorna e a te… non te ne può fregare di meno.
Un asterisco su quelli che sono (e sono stata) io *
Buon settembre a tutti! 🙂
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