I sensi di colpa delle mamme (e delle donne) sono la peggiore eredità che possiamo lasciare alle prossime mamme (e donne)
Mi sono riconosciuta per diversi anni in quel modello di donna, molto Wonder Woman: superoine in un’era sbagliata, pronte ad affrontare qualsiasi cosa, a combattere qualsiasi nemico, il tutto con la pentola sul fuoco, il bambino attaccato alla tetta, il fidanzato che guarda la tv sul divano e se ti aiuta un po’ ti dà fastidio perché tu sai fare meglio.
Quando hai vent’anni fare la Wonder Woman ti pesa meno, perché in fondo rispondi al modello con un sacco di energie: riesci a fare gli stage non pagati di giorno, lavorare la sera e studiare nel tempo che ti rimane, di solito sulla metropolitana, mangi e non ingrassi ma soprattutto non hai nessuno attaccato alla tetta!
Sono sempre stata anche orgogliosa della mia “smania” di voler fare tutto, tutto insieme: la conoscete bene quella sensazione vero? Quella tipo “posso spaccare il mondo, anche se sono una donna”.
Povere noi.
Ma con l’avvento della maternità tutto cambia e mentre sei ancora lì a costruirti una tua identità, non sai bene chi sei, chi vorresti essere, cosa ti piace fare della vita, devi anche pensare a qualcun altro, trasferire valori, le aspettative si alzano e il senso di impotenza dilaga, i sensi di colpa diventano tantissimi e inizi a passare le notti a parlare su un forum di mamme disperate come te perché non ti trucchi da circa 4 mesi!
Io ora ho 31 anni. Identità ancora in costruzione, anzi direi in ristrutturazione e sempre troppe cose da fare.
Ma non mi dispero più.
Per niente.
Non mi dispero quando arrivo tardi dal lavoro e vedo mio figlio per un’ora se va bene, quando mangiamo i sofficini e li faccio pure bruciare (non so perché, ma a me i sofficini non vengono mai!), quando vado a letto vestita, quando mi dimentico di chiamare mia nonna ed è la Festa dei Nonni, quando le altre mamme dell’asilo possono permettersi di chiacchierare due ore fuori dal cancello e io scappo, ma scapperei pure se non avessi niente da fare, non mi dispero quando esco la sera, quando vado in bagno e lascio il bambino fuori dalla porta che grida, non mi dispero quando invece che accendere il computer e finire quella benedetta presentazione mi guardo Peppa Pig con lui, o quando mi addormento sul divano, quando sto a chattare per un’ora con un’amica invece che mandare quelle mail così importanti, quando compro i libri e non li leggo, quando compro le riviste di cucina e non cucino, quando mi dimentico di fare un regalo, di pagare la bolletta della luce, quando sto per lavare per terra e perdo un’ora a scegliere la playlist per le pulizie di casa e poi si fa così tardi che non pulisco più, quando rifiuto un lavoro perché non ho voglia di fare duecento lavori insieme, quando accetto un lavoro anche se non ho davvero più tempo ma mi piace.
Non mi dispero più per un sacco di cose.
Non so dove siano finiti i miei sensi di colpa, ma non fanno più parte della mia quotidianità.
Le mie forze sono tutte rivolte alle cose che contano davvero*, il resto se si può, bene, altrimenti pazienza.
Ed è meglio così.
La mia opinione sulle mamme blogger l’ho già scritta, i due temi sono strettamente collegati e magari approfondirò in un altro momento però a questo punto vorrei aprire un blog sulle cose che non riesco a fare o faccio male nella vita, credo che sarebbe molto – più – utile.
* Capire cosa è davvero importante è già una bella sfida
6 comments on “Sensi di colpa? Dove? Confessioni di una che ha perso i sensi di colpa e non li vuole trovare”