Buoni propositi

Buoni propositi, il giorno dopo

Sembra poco intelligente scrivere di buoni propositi al 12 di Gennaio. Ma se i miei conti sono esatti, come si dice, la maggior parte di tutti quelli che avranno diligentemente fatto la loro bella lista di cose da fare nel 2019, da mangiare più sano, ad alzarsi presto la mattina, a essere più presente per i propri amici, saranno già alla fase due: un silenzioso, costante, senso di colpa.
Perché forse, il primo lunedì in ufficio, avranno sposato la folle idea di mangiare a burger king, così per evitare la depressione dal rientro, poi un altro giorno avranno rimandato la sveglia delle 6.15, 6.22, 6.45, 7.50, 8.42, e poi avranno dimenticato tutta la settimana di mandare quel messaggio, proprio vitale, all’amica che è stata lasciata dal ragazzo proprio il 31 di dicembre per poter andare a festeggiare con gli amici a Praga.
Poi avranno passato tutta la sera a guardare video stupidi su facebook, si saranno nascosti in bagno pur di non giocare con i bambini dopo cena, avranno fatto colazione al bar, cappuccino accompagnato da quel pan au chocolate così buono, non saranno andati a fare yoga neanche una volta, tanto il corso dura sei mesi, che cambia, avranno ceduto l’iphone con netflix ai figli urlanti durante una cena al ristorante, avranno comprato l’ennesimo libro e l’avranno impilato con cura – ma di nascosto – a gli altri sul comodino.
Ora non sembra anche a voi che il 12 di Gennaio sia il momento migliore per parlare di buoni propositi?
Questo è l’istante migliore per capire come affrontare per bene l’anno che verrà, anzi, l’anno che è già qua. E’ più facile ora capire cosa è davvero importante per noi e che cosa non è solo un “si deve fare” perché il mondo in questo momento sta facendo così ed è anche più facile prendere  coscienza dell’assurdità che è chiedere così tanto a se stessi.

Non siete stanchi di questa apologia del supereroe e della flagellazione di chi invece non ce la fa?

Non è pessimismo, catastrofismo, pigrizia o apatia.
Tutt’altro, via le illusioni e i deliri del 1 di gennaio questa è libertà, di essere chi cazzo si vuole, e prepotenza, di mandare affanculo tutto e realizzare solo quello che conta veramente.

 

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