Quando ero incinta di Gabri mi sentivo una gran madre.
Se avevo un dubbio mi informavo e già mi faceva sentire una specie di guru delle mamme del mondo.
Questo anche perché dovete capire che io vengo dalle case popolari, dove i figli si facevano a quindici anni, non sapevi neanche esattamente il perché anche se nutrivi dubbi sulla questione salto della quaglia che ti avevano garantito efficacissima contro ogni male; poi una volta arrivati, i figli, te li portavi giù in cortile e tutte le mamme, le nonne, le zie, le cugine, le vecchie del comitato inquilini, tutte, ti davano consigli utilissimi su come allevare in qualche modo la prole.
Io vengo da lì. Dai consigli tipo “Ma sì puccia il ciuccio nella grappa che male fa!” “Ahhh piange perché è viziato!” “Metti il peperoncino sulle tette vedi che non vuole più il latte!”
Quindi per me, leggere libri, internet, andare agli incontri, parlare con l’osteopata, era una grande iniezione di fiducia e autostima.
Succede in questi casi che parti per la tangente!
1) Diventi fan della Montessori, che prima avevi visto sulle millelire ma pensavi fosse la zia della Montalcini. E inizi a vaneggiare sulla casa montessoriana, a misura di bambino, i giochi di legno, l’autodeterminazione dei popoli, non so esattamente…
2) Diventi fan dell’autosvezzamento. E inizi a vaneggiare sulla tua assoluta convinzione che avendo tu un’alimentazione sana e un approccio coinvolgente avrai di sicuro un bambino che da solo vorrà mangiare broccoli e seitan già dall’ottavo mese
3) Diventi fan dell’ascolto e della comprensione. E inizi a vaneggiare sulla tua assoluta intolleranza verso qualsiasi forma di punizione che non faccia parte di un piano educativo condiviso tra te e tuo figlio.
Diciamo che i vaneggiamenti non si sono mai spenti ma alla fine i miei buoni propositi si sono tramutati in qualcosa di un po’ di diverso, diciamo che sono una mamma un po’ diversa.
La casa è un’esplosione totale di giochi che vanno dalle carte di You-ghi-oh ai Pokemon alle armi ninja di non so che altro cartone animato. Il gioco più educativo è il lego, ma vi assicuro che vorrei non avere tutti quei pezzi di lego sotto il divano, dentro il letto e incastrati nel filtro dell’aspirapolvere.
Lo svezzamento non so come sia andato ma di fatto non ho mangiato broccoli in tutta la mia vita e non sono mai esistiti nel mio frigo, quindi è improbabile che mio figlio li voglia mangiare. In compenso sono fortunata, odia il cioccolato e le cose troppo condite, complicate, mangerebbe solo pane secco. Ma credo sia l’istinto di sopravvivenza a guidarlo.
L’ascolto e la comprensione. Io ascolto e capisco. Giuro. Ma poi per far valere la mia autorità in casa urlo, come una pazza, e urlo e urlo e urlo. Per poi proibire i videogiochi come punizione di default.
A proposito di mamme perfette, imperfette e così via.
Ma con la seconda, andrà molto meglio, lo sento!
(In foto il piccolo Gabriele con una mamma molto ottimista)
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