Di quando sentivo i pesci parlare

A volte mi immergo in momenti di totale solitudine.
Sono fortunata, credo, perché quando hai una famiglia stare da solo è impossibile.
Io nella mia famiglia scomposta posso godere di questa fortuna.

In realtà è in momenti in cui si è circondati dalla vita, che non è facile aggrapparsi a se stessi. In quei momenti in cui le persone sono luminose come il sole che non riesci a guardare se non con la mano alzata sugli occhi, un po’ di traverso, e non ti ricordi più chi sei.

Forse è per questo che mi accadde al mare. Non c’era niente di contemplativo in quelle giornate. Bambini, risate, il lavoro, passeggiate, il campeggio di notte, la musica, i granchi. Uno splendore. Un faticoso passare di ore al vento e di tempi scanditi dal cibo.

I pesci non hanno molto da dire sapete? Non rivelano segreti e non sanno nulla di te. Hanno una vita infinitamente piccola, piccolissima, fatta di occhietti mobili, di strade senza nome e di corrente. Si salutano sempre però.

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