come mi rivedrò, e come sempre ero

Mentre svolto alla mattinata

incombente, svelando uno scorcio

di quell’aderenza che è già sole.

Quando raccolgo raggi

di luglio o capelli,nell’inarcarsi a labbra schiuse

di una curva dorsale,

che è silhouette di desiderio,

a sorreggere inspirata e trattenuta

vanità in sospeso e orgoglio

di un seno proteso al cielo

per giustificarne il silenzio.

Nel pedinare il mio

guardare al mondo, agli specchi,

alla carriera, come ricordo in calco

obliquo di pelle spoglia,disegnata da candela.

Come mi rivedrò, e come sempre ero.

Libri, ateismo, sacchetti pieni

di presagi autunnali; anemica

luce rasenta stanca il suolo:

mentre ripiego distratta sull’imperfezione,

potrei nascondermi nel cielo d’inverno.

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