Sant’Ambrogio a Milano

Noi non facevamo mai niente. Non so, una volta, non si faceva niente con i bambini. Non è come ora che a tutti i costi vanno intrattenuti e accompagnati alla scoperta del mondo. Per noi le vacanze era poter guardare i cartoni animati del mattino, fino alle 9 e di solito c’erano quelli che non trovavi mai, perché iniziavano proprio quando era ora di mettersi lo zaino e andare a scuola. Non è che poi tornavi e te lo cercavi su youtube. Il Tulipano Nero era uno di quelli. O “Alla scoperta di Babbo Natale” che era un cartone che non facevano mai. O altrimenti ti capitava il grande classico Candy Candy e se andava bene c’erano le puntate dove era inverno anche lì (anche se di solito te le beccavi d’estate!).
Non si faceva niente. A Sant’Ambrogio si preparava l’albero e il presepe. Le palline erano sempre le stesse e io adoravo aprire le scatole umide dalla cantina e riconoscerle, sempre le stesse palline, ogni anno un po’ più rovinate.
La mia preferita era la mela, l’unica diversa dalle altre, che andava messa bella dritta perché in un punto era saltato il colore e si vedeva il polistirolo bianco sotto.
E poi facevo il presepe e ritagliavo il laghetto dalla carta stagnola.
Mia mamma, che di solito non ci portava in giro, ci caricava sul tram, che ai tempi si chiamava 8 (è cresciuto anche lui, ora lo stesso tram si chiama 14) e si andava alla fiera degli o’bei o’bei, a sentire gli zampognari, a mangiare la frittella, a vedere i presepi napoletani, le palline di vetro e le luminarie.

(Ora non ci andate alla fiera degli o’bei o’bei, non è bella come in quegli anni. Andate in Darsena, che è pieno di luci ed è spettacolare)

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