Yet Again

Yet Again, we’re the only ones

Ognuno ha il proprio modo di scrivere.
A furia di scrivere per lavoro mi sono dimenticata qual è il mio.
Mi lascio alle spalle questo 2012 di transizione, che tu pensi che sia sempre un periodo terrificante quello di transizione, pensi di non uscirne mai e invece poi sei nella nuova routine che non è una fase, è la vita tua.
Mi lascio un 2012 fatto di tempo perso, di persone perse, di liste perse, di chilometri persi.
Me lo lascio così, anno di giorni sparpagliati ché non sai mai se è sabato o lunedì: una fetta di panettone con canditi, uvetta e crema chantilly per il mio ego, un libro letto in una notte per costruire un sogno, una partita iva alla faccia dei chosey e di chilodicesadiesserlo, una casa pulita per voltare pagina (perché il problema non è mai fuori, è sempre dentro)
In questo anno ho capito che non so più scrivere.

E ora che faremo?
Quando eravamo giovani, carini e disoccupati si diceva “Non lo so”
Ora che sono rimasta solo carina dico “Galoppee!” come dice mio figlio che di anni ne ha 5.
Andiamo. E di corsa pure.
Senza farsi mancare i buoni propositi.

 

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